IL REGOLATORE DELL'OROLOGIO

di
GIOVANNI ZANZANI



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L’osteria del Moro sorgeva al limitare di un viottolo nel punto in cui un’ampia zona acquitrinosa faceva da confine tra i due comuni. Non era un’osteria molto grande, nondimeno era nota per essere in aperta campagna, ciò che garantiva una certa riservatezza a chi non avesse voluto mostrarsi in paese. Il gelso che le dava il nome era imponente, sotto di esso sostavano le cavalcature degli avventori e nella buona stagione il servizio veniva svolto all’ombra dei suoi rami. Non c’era faccenda tra le due comunità della quale sui vecchi tavoli non arrivasse notizia e quello era il motivo per cui Edgardo Negri aveva deciso di recarvisi anche a costo di dover dividere la bevuta con qualche brutto ceffo. Dal movimento che vide quando giunse, capì di non essere stato il solo ad avere quell’idea.
L’oste si muoveva in mezzo all’insolito trambusto compiacendosi per l’aumento di clientela, ma già paventando i guai che si annunciavano. I danneggiamenti provocati dall’ultima baruffa di confine erano ancora riconoscibili sulla sua casupola.
Le opinioni si accavallavano:
-Vi dico che sono quelli di San Gregorio a rubarcela, esattamente come dieci anni fa! - diceva uno.
-E’ così - ribatteva un altro puntando il dito in direzione del paese confinante - non gli basta di portarci via la legna dal bosco, ora ricominciano con l’acqua!-
E ancora:
-Che si aspetta a dargli una lezione? Raduniamoci e passiamo di là!-
L’oste vide il nuovo arrivato e gli si fece incontro per servirlo quando tutta la compagnia fu attratta dalle voci di un alterco che avveniva a breve distanza: sul canale dei mulini due barconi si contendevano il passo. Quello che saliva, trainato dai cavalli, si era mosso da San Giovanni a mezzogiorno, ora che segnava il cambio di direzione per la navigazione, certo di avere via libera fino alla chiusa superiore. Uguale diritto invocava l’altro che aveva tolto gli ormeggi dalla chiusa superiore alle undici e navigava a favore di corrente per raggiungere San Giovanni entro le dodici. Il mezzogiorno di San Giovanni però, dopo le manipolazioni del regolatore, suonava con molto anticipo. Le urla crescevano di intensità e ben presto si udirono i colpi di remo che i due si menavano senza risparmio. Edgardo Negri scosse il capo: se anche gli orari di transito sul canale non venivano più rispettati, la guerra era veramente vicina!

 

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