LA CROCIERA
romanzo a puntate illustrato
di
Giovanni Zanzani
Capitolo 3
Il comandante Annibale Balsimelli annaspava ancora nella sbronza della sera precedente, quando un forte trambusto lo fece svegliare. La prima sensazione che lo prese quando riaprì gli occhi fu una nausea fortissima, risultato della bevuta con la quale gli amici del caffè Grand Milan avevano voluto festeggiare il suo ritorno a Marsiglia. Nonostante la testa gli girasse come una trottola, Annibale uscì in coperta da dove potè osservare ciò che stava accadendo.

La disparità della partita, uno che scappa senza scarpe inseguito da due con le armi in pugno, era così evidente che aiutare il fuggitivo gli era venuto spontaneo, ma ora che il soggetto si trovava di fronte a lui, Annibale non sapeva cosa dire. - Non creda che io stia dalla parte dei ladri - avrebbe voluto affermare, oppure - guardi che non sono contro la legge - ma non gli venne fuori nulla. Continuò semplicemente a guardarsi intorno con un certo imbarazzo.
- Buongiorno - disse l'altro – e grazie.
Tutto qui? pensò Annibale. Dal volto scuro si capiva che l’uomo non era europeo, probabilmente si trattava di un magrebino, ma la fronte spaziosa e gli occhi fermi facevano pensare a un'origine orientale.
- Non ho rubato nulla, se è questo che vuol sapere, ma se mi prendono resto in gabbia per un bel po’. A noi stranieri non conviene venire fermati. Ora tolgo il disturbo.
- Io non le ho chiesto nulla. È capitato anche a me di essere inseguito dagli sbirri e so cosa si prova. Quanto ad andarsene, è meglio che aspetti il buio, i suoi amici devono aver chiamato rinforzi, guardi un po’ là.
Dalla gendarmeria del porto altri poliziotti giungevano a dare man forte ai colleghi, in breve tutta la darsena fu un pullulare di divise.
- Ci sono dei vestiti laggiù, si cambi e venga ad aiutarmi a mollare gli ormeggi.
Sciolte le cime che la tenevano legata al molo la barca prese il largo spinta da un forte vento di levante, mettendosi in fila coi battelli in uscita. Vedendo l'uomo che aveva salvato dalla prigione eseguire le manovre senza bisogno di ricevere nessuna indicazione, il comandante Balsimelli capì di trovarsi di fronte a un marinaio provetto. Quando furono a un miglio dalla costa Annibale strinse l'andatura facendo rotta verso sud est. Mentre il vento faceva correre il Delfino, lo straniero si portò accanto a lui.

- Il debito con te aumenta, capitano. Il mio nome è Abdul Mahfuz, ma puoi chiamarmi egiziano, come fanno gli amici. Dimmi cosa devo fare per mettere in pari i conti.
Visto che lo sconosciuto sapeva manovrare a meraviglia l’imbarcazione, il comandante Balsimelli pensò che era stata una fortuna incontrarlo. Il giorno precedente il marinaio Turi era sbarcato per rientrare a Palermo ed egli si trovava nella necessità di rimpiazzarlo.
- Ti chiedo se vuoi lavorare per me, egiziano, il mio marinaio è sbarcato ieri. Se accetti di restare a bordo puoi prenderti la sua cabina, non è grande, ma ci si vive. Puoi avere anche il suo nome, così nessun poliziotto ti infastidirà. Turi era siciliano, e sono sicuro che per un francese anche tu potresti esserlo. Ora continueremo a navigare per qualche ora, quel che basta a far sbollire la rabbia ai tuoi inseguitori.
Vedendo Abdul uscire dalla cabina di prua con indosso la maglia a righe bianche e rosse che era appartenuta a Turi, Annibale si chiese se assumere uno sconosciuto inseguito dalla polizia fosse un gesto assennato, e concluse che non lo era affatto, ma il volto dell'uomo esprimeva la semplicità delle genti del levante e il comandante Balsimelli la giudicò una garanzia sufficiente. A Marsiglia non era infrequente imbattersi in visi levantini e quello di Abdul possedeva una ieraticità non comune. Abdul si accorse di essere osservato, ma non lo fece capire, in fondo era più che giusto che l’altro si ponesse qualche domanda su di lui.
Verso mezzanotte, mentre il vento calava e una pioggia fine cominciava a cadere sul golfo, il Delfino fece ritorno alla darsena dove ormai la caccia all'uomo era terminata. Silenzioso, lo yawl scivolò tra le luci del porto, mentre Annibale guardava l'acqua scorrere nera ai lati dello scafo
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