LO YETI

Storia del primo contatto tra l'abominevole uomo delle nevi e l'homo sapiens

di
GIOVANNI ZANZANI

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CAPITOLO 7

Si era mai vista una nube come quella? La polvere che la colonna di mezzi sollevava lungo la stretta via che si inerpicava fino al villaggio aveva fatto credere agli abitanti che stesse arrivando un ministro con tutto il suo seguito. In realtà chi si avvicinava era la signora Sibille Bardi, che di quella polvere aveva già fatto una scorpacciata.
Finalmente a Milano qualcuno si era accorto che in mezzo alle montagne himalayane c'era uno sventurato da riportare in Europa e si era mosso per andare a prenderlo. Quando il nuovo amministratore delegato della ditta aprì il faldone dove si parlava di Bernini, erano trascorsi diciotto mesi dalla caduta del traliccio e il tecnico cominciava a credere che non avrebbe mai più rivisto la propria casa.
Se la prese comoda l’avvocato Caruana junior, che aveva ereditato del padre i milioni e le grane della Società Internazionale Metallurgica, dovettero passare altri sei mesi perché il rampollo mandasse qualcuno a vedere che fine aveva fatto l'infelice tenuto in ostaggio dalle autorità a causa del contenzioso con la ditta della famiglia Caruana. L'incarico venne affidato alla direttrice dell'ufficio esteri Sibille Bardi. Volendo allontanarsi per qualche tempo dal proprio ambiente per riprendersi da una brutta separazione coniugale, costei aveva dato la propria disponibilità a una missione di soccorso giudicata da tutti pericolosa e difficile.
-Quando ha sbrigato le faccende amministrative, disse Caruana a Sibille, vada a recuperare quel fesso di Bernini. Non voglio che se ne faccia un gran problema, e soprattutto non voglio che spenda troppi soldi. Gli scopi dell'operazione sono il ristabilimento di buone relazioni col governo del paese e il salvataggio della strumentazione elettronica. Ci sono trecentomila euro di apparecchi su quelle montagne e appena avremo fatto pace coi ministri di laggiù glieli rivenderemo per tre milioni. Quanto a Bernini, gli consegni passaporto e biglietto solo dopo aver controllato che il materiale ci sia tutto. Si ricordi che la ritengo responsabile del risultato, signora Bardi. Se riuscirà nell'impresa le sarò riconoscente, se tornerà a mani vuote, molto meno.-
Il viaggio dell'inviata lungo la pista della montagna era iniziato da venti ore e ancora ne sarebbero occorse cinque perché terminasse. Fin dal momento della partenza i passeggeri si erano coperti il volto con sciarpe e fazzoletti, ma nessuna protezione aveva potuto impedire alla polvere di penetrare nelle loro narici e nelle loro bocche. A intervalli di qualche ora i piloti fermavano le vetture e tutti scendevano a terra per svuotare i visceri irritati dal disastroso fondo stradale. Solo chi ha percorso gli orribili sterrati delle regioni himalayane conosce quel genere di disagio. Sibille, donna esigente e sofisticata, fu udita scoreggiare come un cavallo nel corso delle fermate. La Bardi, che si era immaginata una suggestiva gita tra i monti, si stava pentendo amaramente di aver accettato l'incarico. A mano a mano che le ore passavano e le buche profonde demolivano il suo apparato intestinale, la donna malediceva l'avvocato Caruana, la sua società e il tecnico che stava andando a prelevare. Quando la strada giunse alla quota dei cantieri dovette percorrere a piedi gli ultimi tre chilometri che mancavano al villaggio tra sassi alti come lei e pozzanghere profonde una gamba, e questo finale di viaggio non migliorò il suo umore.
Nonostante gli sforzi fatti per rendersi presentabile alla signora Bardi, non si può dire che Ermanno Bernini avesse raggiunto un gran risultato. La sua barba e i suoi capelli erano lunghi e sporchi quanto quelli di un mendicante e i suoi vestiti non erano stati sostituiti, né lavati da due anni.
-Dunque è per recuperare un sacco di spazzatura che ho mangiato tutta quella polvere?!-
Ecco le parole che Sibille pronunciò quando se lo trovò di fronte. La cosa che la infastidiva maggiormente era l’odore dell’uomo, un concentrato di aromi animali e minerali che solo la bassa temperatura aveva mantenuto fino a quel momento a un livello sopportabile per il suo naso. Ora che nella taverna della vedova Tsamchoe il calore della stufa a cherosene aveva smosso le molecole più pesanti dello strato che ricopriva Bernini, Sibille fu sul punto di vomitare.
-Emana un tanfo disgustoso, Bernini, spero di non dover fare il viaggio di ritorno insieme a lei.-
Come era prevedibile, i controlli sul materiale che era venuta a recuperare diedero a Sibille la certezza di poter rientrare in Europa da sola. Aperto il container, Bernini venne condannato all'esilio perpetuo. Sibille ne era così felice che non cessò di tormentarlo con domande palesemente inutili.
-Dove si trova l'attrezzatura che aveva l'incarico di proteggere?-
Tre miseri sacchetti di viti e bulloni era tutto ciò che la torcia elettrica di Sibille riusciva a illuminare in fondo al box. Oltre a questo, c’erano polvere e spezzoni di cavo elettrico non più lunghi di un metro.
-Bernini, ho con me un inventario dettagliato. Questo deposito dovrebbe essere pieno di antenne paraboliche. E gli apparecchi di trasmissione? Dove si trovano i ripetitori da ventimila euro che la squadra doveva installare sui tralicci?-
-L'inverno passato sono scoppiate delle bufere che mi hanno impedito di uscire di casa. Per un mese la neve ha ricoperto tutto. Quando è tornato il bel tempo ho scoperto che il container era stato forzato. Da queste parti c’è una base di contrabbandieri, chissà dove si trova adesso quella roba.-
-Non me ne frega niente dei contrabbandieri, se non salta fuori il materiale che le è stato affidato, si può scordare sia del passaporto che del biglietto. Non penserà che abbia fatto il viaggio per aiutare un ladro!-
Quando furono di nuovo alla taverna, Bernini aveva lo sguardo del cane bastonato che vede di nuovo comparire il bastone tra le mani del padrone.
-L'avvocato Caruana è stato chiaro. Niente materiale, niente passaporto. Non sono nemmeno sicura che l’avvocato non intenda denunciarla, o peggio che non paghi qualcuno per venirle a dare una lezione. Lei ha procurato un grave danno alla ditta della sua famiglia.-
-Non potete trattarmi così, signora Bardi! Sono due anni che mi trovo in questo villaggio! E non per mia volontà, ma a causa di un provvedimento che riguarda la società dell'avvocato Caruana! La perdita degli apparati elettronici è un fatto che non può essere imputato a me!-
-Al suo posto non la farei tanto lunga, Bernini. Anzi, me la squaglierei proprio. Caruana diventa manesco quando qualcuno danneggia la famiglia.-
Di nuovo l'odore dell'uomo giunse al naso di Sibille e la donna represse un conato di vomito. Intanto la proprietaria dell’osteria aveva chiesto se la signora europea volesse bere qualcosa. Ermanno tradusse per Sibille, ma in quell’istante la porta si aprì ed entrarono i conducenti dei mezzi e gli uomini che li accompagnavano. Dall'uscio spalancato fiocchi di neve turbinarono nella taverna.
-Ha preso a nevicare, accidenti a lei, Bernini!- esclamò Sibille. -Ora mi toccherà restare in questo maledetto posto chissà fino a quando!-
Lui la guardò senza parlare, in quel momento non c'era niente al mondo che desiderasse di più che riavere il proprio passaporto e intascare il biglietto per l’Europa. Seguendo i suoi piani, Sibille avrebbe voluto caricare il materiale quel giorno stesso e ripartire, ma la nevicata in atto la costringeva a rimandare tutto. Se Bernini non avesse escogitato qualcosa subito, la megera venuta dall'Italia se ne sarebbe andata abbandonandolo nel villaggio. Non c'era un minuto da perdere, la neve e la stanchezza degli autisti gli concedevano un giorno o due, non di più.
-Cosa si mangia qui?-
Sibille alzò il capo in direzione di Ermanno.
-Dico a lei. C’è qualcosa da mangiare in questa spelonca?-
Bernini raggiunse il bancone e si mise a parlottare con la proprietaria. I due discussero brevemente, poi il tecnico tornò a sedersi di fronte all’inviata.
-Prima vuole i soldi, signora Bardi. Mezzo dollaro per una razione di pollo, uno per il pasto completo. Se vuole un consiglio, prenda il pasto, praticamente si tratta di un pollo intero più qualche contorno, è molto meglio. Con una birra fa un dollaro e mezzo.-
In tutto questo tempo la vedova Tsamchoe non si era mossa da dietro il bancone.
-Vuole essere pagata prima, se non vede i soldi non prepara nulla.-
Sibille tirò fuori dalla tasca dei jeans una banconota da cinque dollari. - Mi faccia preparare tre pasti completi, e mi porti il resto - ordinò con aria sprezzante. Bernini raggiunse il bancone per consegnare il denaro alla vecchia. Il pensiero di una cena vera e propria gli aveva fatto venire l'acquolina in bocca, ma Sibille si guardò bene dall'invitarlo. Cinicamente, fece sedere accanto a sé gli autisti che l'avevano accompagnata con i quali divise i piatti ordinati. Al tecnico italiano non rimase che raggiungere il tavolo d'angolo dove Rashiv lo stava aspettando. La vedova servì loro l'unica bevanda che potevano permettersi, una tazza d'acqua calda. Una in due.

 

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