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Giornale di bordo dello yawl Rampante |
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In vista dell'isola di Malta, 3 agosto 1939
3 agosto 1939 In vista dell'isola di Malta
Quando si è usciti da vicissitudini in cui si è rischiata la vita, il piacere che si prova è così forte che non lo si regge a lungo, occorre distogliere la mente dai ricordi se si vuole prendere sonno. Mentre Punta Delimara, l'estremità orientale di Malta, sfila sulla sinistra del Rampante io penso a Bellaria, al suo porticciolo che è poco più di un fosso e a quelle sue ragazze che conoscevo allora e che ora saranno madri di ragazzi come ero io quando me ne andai. Non vi sono palme sulla spiaggia di Bellaria come si vedono qui nel sud del Mediterraneo, né buganvillee né pitosfori, ma solo tamerici azzurrine care al nostro poeta, e pini dal tondo ombrello. Le barche di quel mare poco profondo hanno il fondo piatto e portano rande al terzo di colore giallo e rosso, vele piene di toppe come i pantaloni dei loro marinai. Sono barche da lavoro che temono il Garbino, scirocco che nell'attraversare l'Italia, da genio africano si trasforma in folletto dispettoso capace al massimo di sollevare le gonne alle ragazze di Bellaria. Le barche però lo temono, perché quel vento burlone può impedir loro di rientrare in porto dopo una giornata di pesca.
Questi sono i pensieri coi quali mi distraggo dall’essere scampato alla morte a bordo del Rampante. Tra un'ora o poco più saremo a La Valletta, ormeggerò lo yawl e scenderò con Turi a bere una bottiglia di vino, rito fin troppo misero per un piacere che mi terrà sveglio per un mese intero. Denise, la quattordicenne cui ho insegnato i primi rudimenti della vela, oggi mi ha fatto una domanda.
- Comandante, cos'è che spinge le barche come il Rampante contro il vento?
Pensando ad una frase ad effetto, avrei voluto dire che ciò che manda le barche contro vento è il coraggio dei timonieri, ma ricordando di aver provato solo paura mentre fuggivo, ho preferito tacere. Denise mi guardava e attendeva una risposta. Me la sono cavata dicendo che le barche vanno contro vento perché lo amano, che è la bugia più grossa che potessi inventare, ma almeno è poetica e spero che Denise se la ricordi per questo.
Therese oggi si è fatta scorbutica, forse pensa alle difficoltà che l'attendono, non riesco a biasimarla. Guarda le coste maltesi avvicinarsi ed ha un'espressione dura come non le ho mai visto. Reinhardt gioca con una cimetta provando a stringere uno dei nodi che Turi gli ha insegnato a fare. So che i ragazzi non scorderanno mai questi giorni.
Il prossimo capitolo verrà pubblicato lunedì 24 ottobre 2011
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