UN ESTATE ROMANTICA PER IL COMANDANTE BALSIMELLI
romanzo a puntate illustrato
di
Giovanni Zanzani
Capitolo 27
Il comandante non aveva previsto una complicazione del genere. Ci fu un confabulare tra i due fuggiaschi, poi l'uomo ai remi impugnò una rivoltella e la puntò contro Annibale che si abbassò sul fondo della propria barca per offrire un bersaglio meno facile. Da quella scomoda posizione si rivolse nuovamente ai due.

Sulle alture intanto, a mano a mano che gli uomini superavano il crinale, comparivano sempre più fiaccole. Adesso erano molto numerose e si dirigevano verso il basso seguendo il sentiero che portava alla baia. Da quell'altezza il Delfino cominciava ad essere visibile e qualcuno lassù dovette sospettare qualcosa, infatti si udirono delle grida e la marcia degli inseguitori si fece più rapida. Annibale chiamò di nuovo la ragazza che rispose con voce adirata.
- Ci lasci in pace, so benissimo che è mio padre che la manda!
Pronunciate queste parole, Domenica spronò il suo partner a ripatire.
- Signorina Leoni, guardi lassù. Sono quelli gli uomini che vi stanno cercando, e suo padre si trova con loro. Noi siamo dalla vostra parte, ma non abbiamo molto tempo, se non vi decidete a salire a bordo sarò costretto a lasciarvi qui.
I due giovani si parlarono, poi i remi tornarono in acqua e di nuovo la loro imbarcazione prese ad allontanarsi, Annibale si chiese se aveva ancora senso cercare di convincerli.
- Cosa credete di fare con quel sughero? Ci sono altre barche su questa spiaggia, vi prenderanno. Col mio yawl possiamo andarcene lontano, vi porterò dove volete, ascoltatemi!
Allontanandosi dalla costa i due piccoli scafi si esponevano al vento che li spingeva sempre più al largo. I primi inseguitori con le fiaccole in pugno giunsero al sentiero che correva sul margine della baia sulla cui spiaggia si trovavano un paio di gozzi da pesca, le voci si rincorrevano e i nuovi arrivati si occuparono di spingerli in acqua. Allora il comandante Balsimelli volse la prua indietro e remò fino a trovarsi sotto al Delfino.
- Salpa l'ancora Rosario e che la fortuna li aiuti, dobbiamo andarcene.
Un colpo di fucile lo fece sobbalzare, gli uomini a terra stavano mettendo in mare le barche. Il comandante saltò a bordo dopo aver legato la sagola della lancia alla poppa del Delfino. Mentre Rosario al verricello si occupava di recuperare la catena, Annibale fece gonfiare il fiocco. L'ancora spedò senza inciampi e lo yawl ripartì a bassa velocità.
Fu in quel momento che si sentì Domenica gridare.
- Aspettate, veniamo con voi!
La scena che avveniva sulla terraferma e lo sparo avevano finalmente indotto i fuggitivi alla ragione. Impugnata una gaffa, Rosario si posizionò sul lato del veliero che sarebbe passato accanto ad essi e quando il lungo scafo del due alberi li raggiunse agguantò la cima che il rematore gli porgeva. Tutto avvenne senza inconvenienti, abbandonata la barchetta al suo destino, i due salirono sul Delfino che prese il largo nel canale di Brazza.
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